Nella nostra società in cui prevale il ‘fare’ molto spesso non si dà il giusto valore alla ricerca personale volta al miglioramento di sé, lasciando libero il campo al prevalere degli automatismi delle reazioni individuali con l’immancabile declino di alcune capacità, in particolare di quella di guidare attivamente la propria vita.
Mancano anche i riferimenti metodologici che segnino la strada e creino le condizioni per sviluppare le capacità necessarie per percorrerla efficacemente. Il benessere personale, poi, non è omologabile e non può essere acquisito dall’esterno e scelto fra le numerose e promettenti offerte commerciali che fanno del benessere un oggetto di business.
È convinzione diffusa che alcune caratteristiche della personalità e del carattere siano condizioni difficilmente modificabili e che esse determinino una struttura stabile e irremovibile da cui derivano in modo deterministico le modalità personali di affrontare la vita e con essa le inevitabili difficoltà che essa comporta.
Tale convinzione sostiene e condiziona la propria visione della realtà e la conseguente scelta tra le diverse opzioni e opportunità presenti o potenziali nelle diverse situazioni. Se, ad esempio,
si è convinti di non avere le risorse necessarie per affrontare gli ostacoli, si tenderà ad assumere una posizione di rinuncia e si arretrerà lasciando quindi il ‘campo libero’ per il determinarsi
dell’insuccesso. Secondo l’Analisi Transazionale, ma anche in molti altri approcci psicologici, il copione e gli schemi di vita degli adulti sono alla base della struttura di riferimento con cui
si interpretano i fatti e si prendono le decisioni.
Per affrontare con successo i problemi e predisporsi verso di essi al meglio delle proprie risorse mentali, psicologiche e professionali, è fondamentale in primo luogo spostare l’attenzione dall’oggetto alla nostra relazione con l’oggetto stesso. Il porsi delle domande, in particolare sulle caratteristiche di tale relazione e quindi ascoltare se stessi, i propri pensieri, emozioni, stati d’animo e manifestazioni psicosomatiche, interrompere l’agire compulsivo, il ‘fare’ e dedicare la giusta attenzione al ‘non fare’, al riflettere.
Il percorso metodologico
Trattandosi in questo, come in altri casi, dello sviluppo di una capacità, entra in gioco non solo il, seppur necessario, ‘sapere’ ma il ‘saper fare’ e il ‘saper essere’, dove l’apprendimento è misurato dalla realizzazione di un effettivo cambiamento personale. Come rappresentazione grafica potremmo utilizzare la spirale che, sviluppa un percorso ad evoluzione crescente il quale tende ad automantenersi e crescere grazie ai continui feedback positivi e negativi che una volta innescati, incrementano la motivazione e il desiderio di mantenere e sviluppare ulteriormente il cambiamento introdotto. Tale spirale del benessere si fonda su alcune fasi che definiscono i livelli di consapevolezza ed il percorso necessario a indurre il cambiamento.
Esse sono:
• 1° livello - Fase 1: Ascoltare. In questa fase si svilupperà la consapevolezza rispetto al dove? come? con quali risultati?, si manifestano le risposte agli stressor e a quali reazioni somatiche, mentali, emozionali e comportamentali innescano.
• 2° livello - Fase 2: Riconoscere. In questa seconda fase ci si potrà accorgere di quali sono le situazioni e le condizioni fonti di stress e a riconoscere ‘cosa fa sì che...’ si verifichino le relative reazioni e gli schemi mentali o le convinzioni e le credenze ad essi collegate.
• 3° livello - Fase 3: Modificare. Ci si potrà ora predisporre a modificare tali reazioni e rinforzare la convinzione e la motivazione personale ad attuarle, grazie all’apprendimento e al sapiente utilizzo delle “5 capacità” (presenza mentale o concentrazione, consapevolezza, immaginazione creativa, pensiero/risultato e rilassamento attivo).
• 4° livello - Fase 4: Notare. Come per qualsiasi tipo di ricerca è necessaria la sperimentazione. Grazie alla messa in campo delle capacità apprese, si potrà notare quali sono gli effetti del
cambiamento introdotto; si potrà raccogliere feedback e impegnarsi ulteriormente nel processo di cambiamento introdotto.
L’acronimo che ne risulta è ARMON il quale indica anche l’insieme armonico che il processo rappresenta, dove l’armonia deriva principalmente dal contatto con se stessi.
La finalità dell’approccio metodologico ARMON è quella di migliorare la consapevolezza delle reazioni personali (fisiche, mentali, emozionali e comportamentali) alle situazioni problematiche che originano stress, con l’obiettivo di aumentare la resistenza (resilienza), rinforzare e migliorare le possibilità di cogliere, in tali condizioni, le opportunità che esse contengono mettendo in atto un cambiamento di secondo livello, andando quindi oltre un adattamento costruttivo (coping).
Le capacità necessarie ad affrontare nel miglior modo possibile gli stressor e le situazioni problematiche sono innate negli esseri umani.
Una delle principali difficoltà a metterle in campo consapevolmente è dovuta al fatto che esse richiedono uno sforzo, un ri-apprendimento, un allenamento costante. É quindi necessario conoscere in modo più consapevole ciò che già utilizziamo in alcune condizioni ottimali e poterlo ri-apprendere in modo più specifico e dettagliato per applicarlo alle situazioni meno piacevoli, difficili e per il perseguimento di obiettivi ambiziosi.
Le 5 capacità
1 - La presenza mentale o concentrazione consente di mante nere la mente stabile anche in condizioni di turbolenza emozionale, di stanchezza fisica, di ansia, paura, difficoltà, conflitti.
In Oriente si usa dire che ‘la mente è come una scimmia’, è velocissima, si sposta continuamente e senza sosta. Più siamo agitati e più la nostra agitazione tende ad auto - mantenersi.
Grazie ad uno specifico allenamento possiamo imparare a stabilizzare la mente spostando deliberatamente la nostra attenzione su un supporto (ad esempio il nostro respiro) e vigilando per poterci accorgere velocemente quando ci distraiamo, interrompendo così la spirale negativa di pensieri e emozioni.
Questa focalizzazione consente di dirigere volontariamente l’attenzione sull’attività che stiamo svolgendo, come un faro che illumina un oggetto, senza disperdere energia e ignorando qualsiasi altro stimolo interno o esterno. I vantaggi di una mente allenata alla concentrazione sono quelli di stancarsi di meno, di essere più efficienti, di non sprecare energia, di ottimizzare il tempo, di controllare le emozioni, di sopportare meglio il dolore, di contribuire a sviluppare la capacità di rilassamento.
2 - La consapevolezza, è la capacità di potersi accorgere di ciò che stiamo vivendo e sperimentando in quel momento, a livello fisico, mentale, emozionale e comportamentale. É la capacità di
ascoltare e di comprendere quali sono le risonanze interne di fatti, situazioni, pensieri, e poter porre con essi (le risonanze interne) la giusta distanza per non esserne catturati e intrappolati.
3 - L’immaginazione creativa è la capacità di creare volontariamente rappresentazioni mentali utili alla nostra salute, benessere e obiettivi. La forza e l’energia delle visualizzazioni create in condizione di rilassamento determinano uno stato di coscienza, una monoidea, favorevole alla realizzazione di ciò che è stato visualizzato. Saper utilizzare consapevolmente questa capacità consente, inoltre, di controbilanciare pensieri ed energie mentali più consolidati e radicati ma meno utili al nostro benessere e ai nostri scopi. Grazie al potere dell’immaginazione si mettono in campo le qualità dell’emisfero destro, percettive e intuitive, contrastando gli automatismi di causa-effetto del pensiero logico-razionale e di schemi mentali autolimitanti che riducono il nostro potenziale.
4 - Il pensiero-risultato è indirizzato e focalizzato in modo attivo sul risultato finale atteso rispetto a obiettivi, soluzione di problemi, decisioni da prendere, azioni da intraprendere. La capacità ad esempio di formulare in termini di risultati tali situazioni, consente da un lato di poterle definire in modo più preciso e chiaro e di verificarne la fattibilità, dall’altro di utilizzare il meccanismo cibernetico innato nel cervello e nel sistema nervoso che funziona come un ‘sistema guida’ per orientarla nella giusta direzione e raggiungere un determinato scopo. Può essere utile ricordare che il termine ’cibernetica’ deriva da una parola greca che significa letteralmente l’arte del timoniere.
5 - Il rilassamento attivo significa lasciar andare sapientemente le tensioni e gli irrigidimenti e non accumulare, nel corso della vita attiva, fatica, stanchezza e stress. È convinzione diffusa ma
errata che la condizione di rilassamento sia relegata a momenti di totale abbandono fisico e mentale, seppur certamente utili e auspicabili. Questa convinzione fa sì che in maniera quasi
automatica si creino delle associazioni, prima mentali e poi reali tra ‘fatica e tensione’, tra ‘lavoro e stress’ e altre ancora.
Il ritmo alfa proprio dello stato di rilassamento produce effetti positivi e favorisce l’equilibrio psicosomatico. La mente influisce sulla salute mediante il sistema nervoso centrale, endocrino e immunitario: se la mente è tranquilla il corpo riceve un messaggio di vita. La capacità di rilassarsi in modo sempre più rapido favorisce una migliore integrazione tra gli emisferi cerebrali con un conseguente miglior utilizzo delle capacità mentali, creative, intuitive e percettive.
In conclusione, le condizioni di vita impongono in modo sempre più evidente la necessità di sviluppare maggiore resilienza e capacità di andar oltre i problemi e le difficoltà, aprire la mente
a nuove possibilità e sfide, cogliere i segnali deboli presenti per poter essere in grado di anticipare e prepararsi alle nuove situazioni. É necessario anche che si possano individuare strade nuove da percorrere e opzioni nuove da considerare. Le capacità mentali, fisiche e psicologiche sono quindi i pilastri fondamentali per poter alimentare nuove visioni e costruire nuove realtà, migliorare il benessere personale e organizzativo e aprirsi con successo e soddisfazione personale alle nuove opportunità.