Conoscere e gestire lo stress: una competenza da sviluppare

Personale e Lavoro n° 532 febbraio 2012

La capacità di gestire lo stress può essere incrementata alla pari di qualsiasi altra competenza tecnica, professionale, sportiva etc. e, come per esse, tale capacità dev'essere sostenuta da conoscenze e apprendimenti specifici, fondati su metodologie adeguate, con il supporto dei relativi strumenti e tecniche.


Se lo stress è una sindrome di adattamento è necessario che tale adattamento avvenga nel modo meno dannoso possibile.

Tale risultato può essere ottenuto sia potenziando la capacità di gestire la crisi, sia limitando, per quanto è possibile gli stressors, dovuti ad esempio a una inefficace organizzazione del tempo, a stili di vita sbagliati (fumo, alcool, alimentazione eccessiva, difficoltà nella gestione di buone relazioni interpersonali, conflitti, competizione etc.), sia incrementando la resilienza, grazie all'utilizzo di esercizi e tecniche finalizzate a ripristinare le condizioni di benessere ottimali e rinforzare l’organismo, ed a programmi per l’allenamento quotidiano.

É importante considerare che lo stress è chiamato anche ‘il sale della vita’ e come tale è utile che esista; inoltre, la maggior parte degli avvenimenti e delle sfide della vita sono fonte di stress e senza di essi perderemmo il gusto di vivere. Come parte integrante della nostra vita, lo stress ci permette di affrontare le difficoltà e di mobilitare le energie per far fronte alle situazioni più esigenti e impreviste. La reazione di stress è quindi una reazione fisiologicamente utile in quanto adattativa, ma può divenire una condizione patogena se lo stress agisce con particolare intensità e per periodi di tempo sufficientemente lunghi e senza la fase di rilassamento o cosiddetta normalizzazione.

Il ‘livello ottimale di stress’ non è altro che la dose di stress biologicamente necessario per funzionare armoniosamente con la propria personalità e le proprie possibilità di adattamento.
Poiché questo livello ottimale è diverso per ciascuno di noi, diventa importante imparare a conoscere le proprie capacità di adattamento e i propri limiti. ‘Contrariamente a quanto si pensa di solito, noi non dobbiamo, e in realtà non possiamo, evitare lo stress, ma possiamo incontrarlo in modo efficace, e trarne vantaggi imparando di più sui suoi meccanismi ed adattando la nostra filosofia dell'esistenza su di esso’(Paolo Pancheri – Stress emozioni malattia – introduzione alla medicina psicosomatica – Edizioni scientifiche e tecniche Mondadori - 1980).

I principali ostacoli inibenti la capacità di gestire lo stress.

Principali ostacoli

I principali ostacoli che inibiscono la capacità di gestire efficacemente lo stress sono:
1. la convinzione autolimitante che non si possa far null'altro che subire la nocività degli stressors. Tale convinzione agisce da impedimento e da freno nel mettere in campo le migliori capacità personali per farvi fronte; inoltre essa è spesso inconsapevole e agisce a livelli subliminali, aderendo a credenze acquisite spesso a livello famigliare o/e sociale; si possono esprimere con frasi del tipo: ‘Il lavoro stanca! A quest'età cosa vuoi che faccia! Il carattere non si cambia! Non ce la faccio! Figurati se...
Secondo queste convinzioni, i problemi e gli ostacoli sono percepiti e interpretati come impedimenti che fanno retrocedere dalla possibilità di farvi fronte;

2. la cultura del fare e dell'agire: l’efficientismo (chi si ferma è perduto! ... e dire che, invece, chi si ferma più facilmente pensa, riflette, elabora!!!). Tale cultura porta a voler risolvere subito, immediatamente e in modo definitivo i problemi, invece di mettere in campo pazienza, perseveranza, calma mentale.
Spostare il focus dall'agire al riflettere migliora la capacità di raccogliere utili feed back, di sviluppare intuizione e creatività e quindi di trovare valide soluzioni;

3. un terzo ostacolo è determinato dall'assenza di insegnamenti finalizzati a fornire principi, strumenti e metodi per gestire efficacemente lo stress della vita e di lavoro, per diventare leader di se stessi e far fronte con successo alle condizioni avverse, mantenendo la determinazione verso il raggiungimento degli obiettivi;

4. la scarsa conoscenza di se stessi, la ricerca di soluzioni preconfezionate. Questo ostacolo conduce a cercare risposte ai problemi, nelle numerose e variopinte offerte commerciali che promettono benessere, salute e felicità. La ricerca a volte compulsiva di soluzioni risolutive, esprime sia l’impazienza a tollerare il disagio e l’insoddisfazione, sia la difficoltà a porsi le proprie personali domande, condizione imprescindibile per poter trovare le proprie personali risposte, con pazienza e cura di sé;

5. il fattore tempo. É un luogo comune ed un errore quello di pensare che lo stress sia determinato dalla mancanza di tempo. Molto spesso infatti il tempo cronologico (kronos) non è l’elemento chiave per valutare le situazioni e risolvere i problemi, per i quali sono necessari tempi mentali a volte molto brevi e dove prevale la natura qualitativa del tempo stesso (kairos). Rimane comunque importante organizzare adeguatamente il proprio tempo in relazione agli obiettivi, alle attività e agli impegni.

Atteggiamento proattivo

É inoltre fondamentale assumere un atteggiamento proattivo rispetto alla vita e:

  • rinunciare alla prospettiva lamentatoria, privilegiando visione e capacità di problem solving, con la ricerca delle possibili soluzioni ai problemi;
  • assumere una mentalità rivolta al miglioramento continuo, con la sua caratteristica dei piccoli passi, piuttosto che la ricerca di un’unica, definitiva e immediata soluzione ai problemi;
  • migliorare la consapevolezza delle modalità psicofisiche di affrontare le situazioni difficili e stressanti, riconoscendo le proprie e personali reazioni somatiche, cognitive e comportamentali;
  • assumere l’impegno e la responsabilità a migliorare le capacità di far fronte alle situazioni stressanti per diventare più resilienti;
  • apprendere una metodologia ed esercitarsi con i relativi strumenti e tecniche.


Presupposti

Per poter migliorare la capacità di gestire lo stress, è necessario aderire ad alcuni presupposti di base. Tra di essi i principali sono:

  1. nessuna circostanza neppure la più sfavorevole può impedire totalmente all'individuo di mantenere un orientamento attivo verso la salute e il benessere;
  2. è fondamentale saper individuare e rafforzare le risorse necessarie per far fronte allo stress in modo da eliminare, ridurre o/e affrontare le situazioni stressanti;
  3. tali risorse si fondano su alcune principali capacità che possono essere sviluppate e che consentono un approccio finalizzato a:
    • migliorare la resistenza fisica e mentale agli stressors (resilienza),
    • favorire una disposizione mentale verso prospettive utili a individuare opzioni più vantaggiose,
    • decodificare gli stressors in termini di sfide che si possono dominare, favorendo quindi la scelta e l’utilizzo di strategie efficaci.

Il processo di apprendimento delle suddette capacità, inoltre, non può prescindere dalla motivazione e dall'impegno personali.

I principi per un corretto approccio metodologico.

Principi

I principi su cui si fonda un corretto approccio metodologico sono:

  • assumere la responsabilità delle proprie risposte agli stressors;
  • diventare consapevoli dei propri meccanismi e schemi mentali;
  • voler migliorare;
  • utilizzare un metodo;
  • aderire alla filosofia del miglioramento continuo.

Approccio metodologico

La finalità di una metodologia per la gestione dello stress è quella di definire la strada e quindi il percorso per potersi orientare, riconoscere lo scenario in cui ci si trova, riconoscersi in esso e nelle possibili re-azioni personali e saper scegliere, consapevolmente, le migliori e più funzionali risposte.

La principale funzione di una metodologia è quindi, quella di:

  • innescare la spirale della consapevolezza e del miglioramento continuo, rispetto alle abituali modalità personali di affrontare le situazioni stressanti. Grazie a tale approccio, si potrà riconoscere, sia le caratteristiche degli stressors che si incontrano abitualmente nella vita e nel lavoro, sia le reazioni psico-fisico-emotivo e comportamentali ad essi;
  • favorire la conoscenza, lo sviluppo e l’applicazione delle principali capacità finalizzate a prevenire e gestire lo stress;
  • individuare le aree su cui si desidera introdurre cambiamenti e miglioramenti;
  • definire un programma di sviluppo e di miglioramento;
  • verificare i risultati e i miglioramenti ottenuti e introdurre ulteriori cambiamenti migliorativi.

L’utilizzo di tale metodo, inoltre, determina l’abitudine a porsi ad una giusta distanza tra sé e lo stress, a migliorare la consapevolezza, a sperimentare modalità di risposta agli stressor che siano meno reattive ed automatiche. Inoltre, grazie a questo sforzo ed ai prevedibili feed back positivi che quasi sicuramente ne deriveranno, si potrà innescare un circolo virtuoso ed un miglioramento continuo.

Per concludere, possiamo spostare l’attenzione dallo stress e le sue conseguenze, alla riduzione dello stress (questo punto sarà oggetto di un mio prossimo articolo su questa stessa rivista).
La capacità di gestire lo stress si può, infatti, sviluppare e l’espressione di tale capacità potrà portare ad una migliore qualità della vita e del lavoro, rendere la mente aperta, lucida, creativa e sana, contrastare la tendenza a scivolare nelle abitudini mentali negative, aumentare il livello di energia e vitalità, usare al meglio le risorse mentali, acquisire abitudini mentali muove, sviluppare il proprio potenziale, migliorare la qualità delle prestazioni etc.

Ogni individuo è come un atleta che deve assumere un ruolo attivo rispetto alle sfide e quindi rafforzare se stessi per poterle affrontare al meglio delle proprie capacità.

 

Annotazioni bibliografiche

Goleman D., Le emozioni che fanno guarire, Mondadori, Milano. 1998.

Goleman D., Intelligenza emotiva, Bur Saggi. Milano, 1996.

Granone F., Trattato di ipnosi, Utet, Torino, 1989.

Jaoui H., La creatività: istruzioni per l’uso, Franco Angeli, Milano, 1992.

Kabat.Zinn J., Dovunque tu vada, ci sei già, TEA, Milano, 1999.

Shone R., Visualizzazione creativa, Astrolabio, Roma, 1984.

Pancheri P., Stress emozioni malattia, Mondadori, Milano, 1979.

Vercelli G., Vincere con la mente, Ponte alle Grazie, Milano, 2005.

Zindel V.Segal, J.Mark G.. Williams, John D.Teasdale, Mindfulness, Bollati Boringhieri, Torino, 2006.