Quando si parla di salute si fa riferimento a un sistema complesso composto sia da fattori oggettivi/quantitativi sia da fattori soggettivi/qualitativi i quali interagiscono in maniera dinamica, andando a determinare un output favorevole ad uno stato di benessere psicofisico.
Lo stato di salute è una condizione indispensabile ad affrontare con efficacia la complessità della vita e del lavoro con la piena disponibilità di risorse fisiche, mentali, emozionali, comportamentali e relazionali. Lo stato di salute è misurato mediante parametri (o meglio variabili oggettive), misurabili in laboratorio e da valutazioni cliniche, e determinati anche da un insieme di fattori che interagiscono tra di loro e che rientrano nella sfera mentale, psicologica, emozionale, dell'alimentazione, dell'attività fisica, dell'ambiente e altro ancora, oltrechè dalla percezione soggettiva di benessere. Si può quindi, in questa prospettiva parlare di Sistema Salute, dove le interazioni dinamiche tra i diversi sottosistemi oggettivi e percettivi, ne determinano la qualità. Anche alla luce dei risultati delle ricerche nel campo delle neuroscienze, si parla di mente-corpo, dove lo scambio di informazioni tra i suddetti fattori determinano condizioni mentali, biochimiche, neuronali, ormonali, in grado di favorire una interazione soddisfacente e a volte ottimale con le diverse situazioni della vita.
La percezione soggettiva di benessere è una condizione da perseguire con chiarezza e determinazione e corrisponde ad uno stato psicofisico , di resistenza fisica e mentale, di entusiasmo, di voglia di vivere, di positività ed ottimismo, di generosità e altruismo, di benevolenza e solidarietà. Esso, NON è solo il frutto del carattere e della personalità individuali o di condizioni di vita particolarmente fortunate o felici, bensì dalla fatica con cui ogni individuo decide responsabilmente di sostenere tale condizione nonostante le avversità, le paure, le ansie, i problemi, le tendenze acquisite, le abitudini mentali, e le aspettative.
La domanda che possiamo porci è, quindi, relativa al come poter favorire la giusta sinergia tra :
- le condizioni oggettive di salute,
- lo stato di benessere psico-fisico,
- l’ottimizzazione delle risorse mentali, emozionali, comportamentali,
- il perseguimento degli obiettivi di vita e di lavoro.
Per cercare di dare una risposta soddisfacente alla nostra domanda occorre:
- individuare i fattori principali del sistema,
- verificarne le possibili criticità,
- individuare un approccio efficace,
- fornire indicazioni operative.
I principali fattori che contribuiscono a determinare un soddisfacente stato di benessere psico-fisico e un efficace raggiungimento degli obiettivi personali e lavorativi sono:
- alcuni fattori mentali, quali l’attenzione/concentrazione e la consapevolezza o mindfullness;
- alcuni fattori fisici quali l’alimentazione e l’attività fisica.
In questo approccio verranno presi in considerazione gli aspetti psicologici e le dinamiche intrapsichiche , ma ci si focalizzerà sugli aspetti cognitivi e sullo sviluppo mentale di alcune capacità di base che ogni individuo dovrebbe sostenere e far crescere anche quando sono presenti problematiche psicologiche e conflitti interni che potranno essere trattati in specifiche sedi
Le qualità mentali: l'attenzione/concentrazione
Una delle principali condizioni per poter affrontare le difficoltà che qualsiasi essere umano nel corso della via incontra è quella di avere una mente capace di man-tenere saldamente il timone di sé e chiara la direzione. La metafora della barca a vela che, pur in un mare tempestoso e con vento forte, riesce a dirigersi verso la meta, senza andare contro vento ma con l’aiuto di esso, ritengo sia una efficace rappresentazione della necessità di avere sia un mezzo, in questo casa la barca a vela, sia la capacità di veleggiare e quindi di saper utilizzare le capacità mentali, oltrechè la motivazione a farlo.
Molti di noi hanno ottime capacità mentali ma perdono facilmente la direzione di fronte agli ostacoli, non hanno chiaro l’approdo a cui vogliono arrivare, si convincono facilmente a retrocedere o sono instabili nella motivazione a raggiungere la meta, altri soccombono perché sono deboli, rigidi, si stancano facilmente, si deprimono, fanno le vittime, si focalizzano sugli ostacoli e i problemi piuttosto che sulla ricerca delle soluzioni. L’enfasi sui problemi sui quali la società, i media, la politica si concentrano, favorisce una posizione passiva, succube e assistenziale da parte di coloro che ritengono che le soluzioni debbano sempre arrivare dall’esterno, dagli altri, ponendo quindi le basi per una posizione di vita deresponsabilizzata. La possibilità invece di intraprendere un cammino che si fonda sullo sforzo, la fatica, l’allenamento, l’ambizione, e l’orgoglio di mettere in campo le migliori capacità per migliorare la resilienza, sembra essere la condizione di pochi i quali, con un elevato margine di probabilità, potranno raccogliere i frutti del loro impegno.
La mente, quindi, molto spesso,’mente’: ci racconta delle versioni che ci fa comodo accettare, ci inibisce la naturale capacità di sopportare meglio la fatica, di migliorare la concentrazione di mantenerci lucidi , di utilizzare le nostre capacità per sognare, creare, immaginare, per andare oltre i limiti che solo una volontà salda può costruire. L’allenamento mentale è una possibilità che fonda le sue radici sulla volontà, sulla onestà verso se stessi, e che, anche quando sarebbe comodo tradire, e dove la pigrizia favorirebbe alibi e scuse, ci riporta a quella fiducia verso noi stessi che non vogliamo tradire nemmeno di fronte agli ostacoli. Quindi in primo luogo la mente, come i muscoli va allenata, va rinforzata, va resa flessibile, stabile, creativa, : la palestra della mente è il luogo in cui possiamo allenarci divertendoci per poi applicare alla vita quotidiana il frutto dell’allenamento. Anche i dati scientifici relativi alla plasticità del cervello ci dicono che è possibile, nel corso di tutta la vita, un cambiamento, una evoluzione delle qualità mentali che stanno alla base, per esempio delle possibilità di apprendimento, della memoria, e del coinvolgimento nel processo di guarigione dalla malattia e altro ancora.
L’attenzione focalizzata o concentrazione è la capacità di dirigere volontariamente il focus su un oggetto, ignorando gli altri stimoli. E’ come un faro che illumina e orienta la totalità dell’essere verso la direzione scelta . Tale capacità è determinata, sia dall’interesse e dalla motivazione verso l’oggetto, sia dall’allenamento con cui la mente viene esercitata. E’ la capacità innata del bambino che, mentre sta giocando esclude dal suo campo percettivo qualsiasi altro stimolo; è l’oggetto su cui si decide di indirizzare l’attenzione anche quando l’argomento non attrae il nostro interesse. Essere presenti a ciò che si sta facendo significa entrare in uno stato di assorbimento mentale in cui il passato e il futuro lasciano il posto ad un presente che fluisce, assorbendo totalmente se stessi,determinando la totale, esclusiva dedizione a ciò che stiamo facendo. La possibilità di dedicarci totalmente all’attività del momento, è determinata anche dalla ‘scelta attiva’ di escludere tutto ciò che può fuorviarci. Quindi in primo luogo significa ‘de-cidere’ di non farci distrarre dai pensieri, dalle persone, e da qualsiasi stimolo ambientale concorrente. Molto spesso infatti lasciamo le ‘porte aperte’ a qualsiasi tipo di intrusione, magari anche con il sostegno di pseudo ideologie organizzative (la politica delle porte aperte!!) o di credenze e alibi che sostengono la convinzione di essere sempre totalmente indispensabili o dalla incapacità di dire ‘no’. Il nostro tempo/spazio è una risorsa che si autoalimenta in base alla capacità di essere concentrati : questo stato di coscienza favorisce il miglior utilizzo delle capacità mentali, ottimizzando la qualità dei nostri pensieri, riducendo a volte anche il tempo necessario a svolgere determinate attività e favorendo intuizioni e pensiero creativo.
Le qualità mentali: la consapevolezza o mindfullness
La consapevolezza o mindfullness è la capacità di essere presenti a cosa stiamo facendo e pensando, quali sono le nostre intenzioni, gli stati d’animo, le emozioni e i comportamenti. E’ l’osservatore che ci guarda dall’esterno con un po’ di ‘distacco’, in modo ‘ non giudicante e benevolo’, quella parte di noi che accoglie gli stimoli e le istanze che provengono da noi stessi, riconoscendoli con benevolenza ma senza identificarsi totalmente con essi e senza agirli. La consapevolezza è strettamente connessa con la vigilanza : lo stato mentale che in primis è attento, che si accorge velocemente degli stati mentali che stanno insinuandosi malgrado le nostre intenzioni e che ci riporta immediatamente alla condizione di consapevolezza. Questa capacità necessita di allenamento perché ci consente un contatto profondo con noi stessi, un accorgersi e valorizzare al meglio le nostre capacità, senza scivolare in automatismi che non farebbero che avvalorare vecchie e consolidate abitudini e che, quindi, apre il campo della coscienza a nuove possibilità e a un nuovo sé. La consapevolezza richiede coraggio in quanto ciò che spesso si presenta nel suo campo non corrisponde all’immagine che vorremmo avere di noi stessi, sono le nostre zone d’ombra che vorremmo ignorare e mascherare, ma che possiedono invece un grande potenziale per la crescita e lo sviluppo personale e professionale. Ricercare invece, come alcuni approcci motivazionali ci propongono, come una sorta di modello ideale, un fitness dei comportamenti, favorisce un distacco dal nostro vero sé, disallineandoci dalla possibilità di esprimere il meglio di noi stessi anche assumendoci la responsabilità delle nostre umane contraddizioni.
Fattori fisici: l'alimentazione
Per quanto concerne l’alimentazione , si collega spesso questo argomento a quello del dimagrimento e delle relative diete, anche per l’influenza che i modelli sociali esercitano nel rappresentare l’aspetto fisico come un polo su cui convergono declinazioni estetiche, fitness, moda etc., e riservando, invece, un approccio diverso ad un gruppo specifico di portatori di interessi orientato agli aspetti salutistici ed ecologici. Il tema dell’alimentazione quindi paradossalmente, nonostante se ne parli molto, non entra negli interessi e nelle pratiche di molte persone che lasciano alle preferenze gustative, alla casualità, al caso o all’occasione del momento la scelta dei propri pasti, senza un programma alimentare consapevole. Capita molto spesso, specialmente in ambito lavorativo, che le persone, anche quelle che occupano posizioni di responsabilità e svolgono ruoli ad elevato contenuto decisionale, prestino poca attenzione al tema dell’alimentazione a volte assumendo un atteggiamento di distacco o di superiorità a indicare quasi che, occuparsi di questo aspetto della vita personale sia fuorviante rispetto ai ben più importanti problemi di lavoro e al perseguimento degli obiettivi sempre più impegnativi. In altre parole il tema dell’alimentazione, come molti altri legati al benessere personale e organizzativo, alla gestione dello stress, all’allenamento mentale sono spesso considerati marginali rispetto al campo delle competenze professionali e lasciati agli interessi personali e non di competenza organizzativa. La qualità dell’alimentazione, invece, dovrebbe rientrare negli interessi, oltreché dei singoli individui, anche delle Aziende e, nella prospettiva dell’invecchiamento dei lavoratori e del welfare aziendale dovrebbero venir offerti da parte delle organizzazioni, contributi informativi e formativi sul tema, consulenze di professionisti del settore, proposte di menu’ nelle mense aziendali e altro ancora. Infatti è fondamentale che le risorse professionali possano essere sostenute da quelle fisiche, mentali, relazionali, comportamentali e, in quest’ottica, l’alimentazione gioca un importante ruolo nel mantenere in equilibrio gli indici fisiologici e garantire all’organismo il giusto nutrimento, le energie necessarie, la resistenza fisica e mentale, una buona qualità del sonno e mantenere un costante stato di vigilanza e di concentrazione, impegno e ispirazione, nel corso della vita lavorativa. A livello individuale un utile suggerimento è quello che le persone possano fermarsi e riflettere, documentarsi e/o utilizzare le competenze di qualificati esperti del settore per aumentare le consapevolezza di sé in rapporto al cibo, stabilire un programma alimentare e seguirlo, andando a monitorare il proprio stato psico-fisico sapendo intercettare segnali che vanno oltre quello della fame mantenendo un livello di performance psico-fisico eccellente. A questo proposito vanno fatte alcune riflessioni che si riferiscono alle criticità che si possono incontrare per mantenere un corretto programma alimentare. Come capita molto spesso, quando gli orari lavorativi non sono scanditi da tempi certi e tendono a prolungarsi nel corso della giornata, dove impegni e riunioni possono determinare uno sfasamento nei tempi e nella possibilità di alimentarsi correttamente. Questa criticità può determinare alcune conseguenze sul piano della percezione dello stimolo della fame, un calo ipoglicemico, con ripercussioni sul livello di energia e di lucidità mentale e di efficienza. E’, quindi, necessario introdurre qualche tipo di correzione e ciò che vale per il cibo può valere ancor più per l’idratazione, anche quando lo stimolo della sete è assente.
Fattori fisici: attività fisica
Anche l’attività fisica, pur essendo ormai diffusa e riconosciuta la sua importanza per la salute e un corretto stile di vita, troppo spesso è considerata un ‘bene di lusso’ appannaggio di coloro che hanno tempo, a cui non sono richiesti orari prolungati e viaggi di lavoro. Oppure è una scelta di quel privilegiato gruppo di persone che riescono, per abitudine consolidata a farla rientrare tra le loro priorità di vita. Poiché sappiamo che l’attività fisica, in tutte le sue declinazioni e preferenze individuali, è un ingrediente fondamentale per mantenere salute e benessere, che rigenera e mantiene vitali i principali sistemi (cardiovascolare, endocrino,immunitario), che ossigena le cellule e modifica il DNA , che interrompe la proliferazione mentale ed emozionale, che apre le possibilità di pensiero che i ragionamenti reattivi (tipici di quando si è stressati!!) tendono a relegare a meccanismi automatici, impedendo un pensiero ampio, intuitivo e creativo, è fondamentali considerarla una medicina e come sostiene un noto esponente del mondo dello sport la ‘medicina più a buon prezzo esistente’. A questo riguardo ciò che è importante considerare è che possono valere anche piccole strategie di allenamento possibili da mettere in atto anche durante la giornata lavorativa, quali ad esempio una passeggiata durante la pausa pranzo,esercizi di postura , stretching e così via. Piccoli accorgimenti che possono migliorare anche la capacità di accorgersi per tempo e sciogliere le tensioni muscolari prima che si cronicizzino.
Per concludere lo stato di salute è un bene prezioso, una condizione che va monitorata, mantenuta, raggiunta , incrementata, difesa, che non è mai acquisita una volta per tutte, che è un valore a se stante ma anche un mezzo per raggiungere le nostre mete, è un campo delimitato da confini che vanno rinforzati per proteggersi dalle continue insidie che provengono da aree anche le più nascoste alla nostra coscienza e della nostra storia personale. E’ questa la ragione per cui deve diventare un obiettivo ambizioso per tutti coloro che non si accontentano di utilizzare alibi e credenze, spesso appaganti sul piano della comodità e dell'inerzia, ma che portano a man-tenersi in un campo dove l’intelligenza, quella vera e profonda, non trova espressione.
Ci auguriamo che questo tipo di approccio possa diffondersi sempre più e trovare espressione anche all'interno delle Imprese che, sollecitate da provocazioni, difficoltà e ostacoli possa favorire quel cambiamento indispensabile non solo alla loro sopravvivenza ma anche allo sviluppo di nuove opportunità e nuovi modelli sociali.